ABBAIARE ALLA LUNA
È una fredda sera di un maggio che non cede il passo alla primavera quando il corpo senza vita di
una giovane donna viene trovato in un bosco di Blavy.
Per l’ispettrice Piera Jantet della questura di Aosta si tratta di un lampante caso di omicidio, ma le
evidenze si fermano qua: nessun nome, nessuna traccia e, soprattutto, nessun movente. Il
vicequestore Pezzolari però è stato chiaro: una settimana per arrivare in fondo alla faccenda, non
un giorno in più! Fortuna che Piera Jantet non è certo tipo da lasciarsi scoraggiare da tempi stretti
e ostacoli apparentemente insormontabili: la sua settimana è già iniziata male con l’archiviazione
di un vecchio caso su un traffico di preziosi che stava seguendo da mesi e con improbabili denunce
di strani furti e scomparse “floreali”.
Ma proprio mentre tenta di sistemare questi assurdi tasselli, comincerà a prender forma un
disegno legato al presente quanto al passato che porterà l’ispettrice Jantet e il fido agente scelto
Camagna a confrontarsi di nuovo con l’ex ispettore Jules Rosset, ora nel suo buen retiro
piemontese impegnato in un gagliardo progetto in cui ha coinvolto anche l’ignara Alma e l’amico
medico legale Orlando Calabrò.
E si sa, “la scimmia dell’indagine” è dura da scalzare e infatti Rosset non si farà pregare, lasciandosi
lambire da questo caso che, tra cipressi nani, porcini, solitudini e segreti inconfessabili, finirà per
svelarsi, un pezzo alla volta, sotto lo sguardo indifferente della luna.
L’avevate conosciuta in “Peggio per chi resta” e ve ne eravate subito innamorati:
Piera Jantet è tornata!
Le lampade frontali fanno baluginare brandelli di asfalto, rami, sagome contorte di tronchi e massi,
rovi, macramè di licheni, formicai… perché camminare di notte in un bosco conserva un fascino
primordiale, dove tutto sembra esistere solo nell’attimo in cui viene portato alla luce e poi subito
scompare, come ingoiato da un’altra dimensione, quasi non fosse mai esistito.
E come spesso accade, la luce mostra, sì, ma è il buio che rivela. Per questo Anselmo e Luigi ora
sono bloccati lì, immobili, per un tempo indefinito e piuttosto incongruo, data la situazione.
E per questo entrambi d’istinto abbassano la testa, forse per vedere se putacaso il buio se lo ripiglia.
Ma niente, il buio non ci casca, e come alzano il frontale tremolante tutto torna lì, esattamente
uguale a prima.
Si tratta di una mano, piuttosto grande se paragonata al polso sottile a cui sta attaccata. E il braccio
sale su, sbucando da sotto la coltre di foglie secche e ricci di castagno.
“Jezemarià…” sussurra Anselmo…
Un’Autrice da oltre 500 mila copie con le serie “La colf e l’ispettore” e “Le indagini
di Edna Silvera, critica d’arte”, “Il morso del ramarro”, “Lacrime di coccodrillo”,
“La regina dei colori”
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