Stasera Mi Butto – Giovedì

Pur ancora (s)Travolta dal quaraqua Manero, eccomi qui ad affrontare la terza serata di questo
Sanremo che, volente o nolente, lambisce le nostre vite da ben 74 anni. Chissà cosa ne direbbero i
pionieri del Festival Nilla Pizzi, Claudio Villa e il Nunzio Filogamo degli amici vicini e lontani.
«Come dice Nilla? Trova che Diodato ha i dolcevita di Mino Reitano e i capelli di Don Backy? Lo sa
come funziona, la moda è fatta di ritorni. Già, nessuno ha il suo di chiffon a balze della vittoria, ma
c’era la Mannoia foderata di pizzo e Angelo dei Ricchi e Poveri pettinato come Ken, quindi secondo
me valgono uguale. No, la giacca simil-poltrona del presentatore non è compresa e sì, ad
annunciare i concorrenti l’altra sera c’era un… macché valletto, siamo mica tra zucche e scarpette
di cristallo! Villa stia buono e non mi canti sopra il Va pensiero, per cortesia. Ora zitti, c’è Teresa
Mannino, mi fa scompisciare e meno male che esiste. No, Villa, neppure a lei si può dire valletta,
adesso sono coconduttrici e coconduttori. Già, tipo operatori scolastici invece di bidelli, ma ora
ogni cosa si è trasformata in una questione semantica, quindi è importante, si fidi. E fiori a tutti,
certo, altrimenti saltano subito su a cinguettare e hastagare lo scandalo dei mazzi discriminanti e
pazienza se poi non sai dove metterli, l’importante è non prenderli a calci.
Come sarebbe Gianni Morandi un ologramma? È un vero ragazzo di oggi, giuro.
Il tizio barbuto non è Santa Claus, Nilla, ma il premio oscar Russell Crow. Sì, anch’io spero che non
ficchino pure lui in mezzo alle papere senza i papaveri, ma nel caso teniamoci pronti e “al mio
segnale, scatenate l’inferno”.
Una sagra Nunzio? Ma no, sono Paola e Chiara che si esibiscono in Piazza Colombo, perché ormai il
Festival ha piovrizzato tutta la città, c’è pure il Fantasanremo con moneta di scambio in “baudi”,
proprio lui Nunzio, il Pippo nazionale. Ridi? Fai bene Nunzio, è l’approccio migliore per resistere.
Se l’Aristonello è un gelato ricoperto? Magari, Nunzio, magari.»